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La Tuscia

TUSCIA, terra di mezzo fra il Meridione e l'Italia Centro Settentrionale

 

Tuscia è il nome letterario e turistico di questa provincia a nord di Roma, nel cuore dell’Italia, tra Umbria, Toscana e Mar Tirreno; sembra che l’origine del nome provenga dalle antiche popolazioni etrusche dell’Alto Lazio, chiamate i Tuscia. Questa zona è sempre stata snodo di passaggio tra quanti attraversavano l'Italia da nord a sud.

Viterbo, ai piedi dei Monti Cimini a breve distanza dai laghi di Bolsena e di Vico e dal mare, è la città di punta della Tuscia; che vanta un assetto monumentale fra i più ricchi della zona : il  nome le fu dato da Desiderio re dei Longobardi e la città conserva, oltre ad antichi siti archeologici risalenti agli Etruschi, ancora sorprendentemente intatte le antiche mura che racchiudono, oltre alle belle fontane Rinascimentali in peperino, numerosi chiostri e  chiese di varie epoche, le torri ed i famosi suggestivi quartieri medievali ( San Pellegrino e Pianoscarano ); aristocratici palazzi ( dei Papi, dei Priori, Mazzatosta, Gatti, Poscia, Chigi), chiostri e chiese; il Museo Civico inoltre, detiene una collezione archeologica di notevole fama e una fornita pinacoteca ( nota la “pietà” di Sebastiano del Piombo), un centro termale, un aeroporto militare e varie istituzioni culturali, fra cui l’Accademia di Belle Arti e un’apprezzata Scuola Musicale.

 

I LAGHI

 

Il lago di Bolsena ( il più grande d’Europa fra quelli di origine vulcanica, 114 kmq ) è rinomato per la purezza delle acque che offrono numerose tipologie di animali acquatici: coregoni, lucci, tinche, anguille lattarini etc.

Numerosi sono i ritrovamenti archeologici, in parte esposti nel Museo di Bolsena, famosa per il miracolo Eucaristico avvenuto nel 1263 da cui ha avuto origine la festa cattolica del “Corpus Domini” e la successiva costruzione del Duomo di Orvieto, dove è conservato il cosiddetto “corporale”. Dalla nascita della festa del Corpus Domini (1264) gli abitanti di Bolsena ogni anno, hanno continuato a mantenere la tradizione dell’Infiorata. Un chilometrico tappeto di fiori che accompagna la processione per i vicoli del paese.

A Bolsena passa la Via Francigena, l'itinerario della fede medievale, che sin dal X sec. portava i pellegrini dalla Francia e dalla Galizia a Roma per poi proseguire verso Gerusalemme. La via è molto ben indicata tra i campi, e si può percorrere anche in mountain bike.

Il lago di Vico, secondo la leggenda ebbe origine dalla clava che Ercole infisse per sfidare gli abitanti del luogo, in realtà in realtà il risultato dell’attività vulcanica ed è quello che meglio ha conservato la caratteristica forma che ne testimonia l'origine. Il lago ha avuto origine circa 100.000 anni fa in seguito al riempimento della caldera vulcanica ( depressione conseguente al collasso dell'edificio vulcanico). Per le sue peculiari caratteristiche naturali il comprensorio vicano è incluso tra le aree di particolare valore naturalistico del Lazio e tra i biotopi di rilevante interesse vegetazionale in Italia.

Il Lago di Bracciano, è senz'altro il più famoso lago del Lazio, solo secondo per grandezza dietro a Bolsena occupa l'ottavo posto in Italia.  Situato a nord di Roma nei monti Sabatini, ha come immissari varie sorgenti sotterranee tra cui quelle termo-minerali di Vicarello, e due emissari: l'Arrone, che riversa nel Tirreno lo scolmo del lago, e l'acquedotto Paolo, che porta a Roma l'acqua omonima alimentando anche fontane e giardini della Città del Vaticano; Sulle sue rive sorgono i centri di Trevignano Romano, Bracciano e Anguillara Sabazia.

Bracciano sorge in una località abitata fin dall'epoca etrusca; ebbe grande importanza in epoca rinascimentale, quando divenne feudo degli Orsini; nel 1696 il feudo passò agli Odescalchi. Si resta colpiti e si è irresistibilmente attratti dalla mole del Castello Orsini-Odescalchi, per la sua imponenza e perchè in posizione dominante rispetto alla città. Lo stesso nome "Castrum Brachiani" che risulta nei rari e frammentari documenti del periodo, denota l'origine militare del luogo fortificato per difendersi dalle invasioni dei saraceni.  La storia di Bracciano ruota intorno a questo magnifico Castello che, per le sue caratteristiche strutturali ed architettoniche e per l'ottimo stato di conservazione, rappresenta uno dei più importanti castelli d'Italia.

Si può proseguire lungo il lago, visitare Anguillara Sabazia e Trevignano, girare per Mazzano Romano, il parco della valle del Treja, Calcata e Faleria: paesaggi dell'anima.

 

IL MARE  L’ENTROTERRA E IL CUORE DELLA TUSCIA

 

La parte costiera 150 chilometri tra Toscana e Lazio, inizia con il litorale grossetano che si protende sull’Argentario, prosegue a Capalbio, avanza per Montalto di Castro dove lasciando l'Aurelia per Vulci si giunge nell’area archeologica, oasi del WWF sul Fiora ( castello e ponte ad una sola arditissima arcata che dal castello attraversa il Fiora) e si schiude a Tarquinia con l’oasi naturale delle antiche Saline di Stato, da non perdere il museo nazionale tarquinense che raccoglie quanto rinvenuto durante gli scavi in città e nell'importante necropoli di Monterozzi (circa 6000 tombe).

Una zona protetta, quella della Tuscia.  Recuperata da decine di Riserve Naturali dove tra il mare e l’entroterra si rintracciano Sorgenti Solforose, Canyon attraversati dai fiumi, natura incontaminata e selvaggia, Necropoli Etrusche, Rocche medievali ed antichi abitati. Queste le particolarità che riconsegnano al territorio uno dei comprensori più interessanti della Verde Tuscia.

Nell’Umbria sud-occidentale, tra la media Valle del Tevere e il Trasimeno-Pievese, a nord delle Gole del Forello-Lago di Corbara (Teverina), si stende sino ai confini con l'Alto Lazio, il territorio dell’Orvietano: un paesaggio prevalentemente collinare, percorribile lungo la vecchia strada statale (SS71) che da Viterbo, passando per Orvieto, raggiunge Città della Pieve e Cortona (Toscana). oppure correndo sull’autostrada Firenze-Roma o sulle linee ferroviarie, che collegano le due valli fluviali principali: la Valle del Chiani e la Bassa Valle del Paglia, che si uniscono in corrispondenza di Orvieto.Più a sud, la confluenza nel Tevere, quasi chiusa tra le vie di comunicazione, a poca distanza dal lago artificiale di Corbara (Baschi), segna il punto di passaggio verso il territorio della Teverina. L’Area della Valle del Tevere comprende 20 comuni situati per gran parte lungo alcune delle principali vie consolari ed è divisa dal fiume in due zone: la campagna Sabino-Latina e quella Etrusco-Capenate. In un ambiente naturale come quello del Parco della Valle del Treja e delle riserve naturali di Nazzano-Tevere-Farfa e del monte Soratte, si inseriscono testimonianze delle civiltà passate: il parco archeologico di Vejo, il Lucus Feroniae e la villa dei Volusii.

Questa zona vanta un ricco patrimonio artistico e culturale, con una concentrazione di monumenti e di capolavori d’arte che le è valso l’appellativo di “Valle Museo”.

 

LA CAMPAGNA

 

Sorprende nei campi l’incontro con i vecchi casali della civiltà contadina o i tufi dorati di antiche necropoli rupestri che affiorano a fatica dalla intrigata vegetazione.

Dai toni del giallo oro e verde cupo, i colori del grano, degli oliveti (famoso l’olio di Canino, grandissimo olio extra-vergine di oliva, dall'ottimo rapporto qualità-prezzo, DOP dal luglio 1996) , dei vigneti, attraversando boschi secolari o macchie boschive a volte impenetrabili  ( selva del Lamone, Monte Rumeno, Monti Cimini etc.) e selezionate coltivazioni ortive( patate, lenticchie, fagioli ) .

La campagna si fa industriale nella piana della Maremma a ridosso del litorale marino dove si distendono le colture intensive di frumenti, barbabietole, pomodori, carciofi e ortofrutticoli di ogni genere.

 

COME RAGGIUNGERLA 

 

All’Autostrada del Sole le porte di accesso si aprono ai caselli di Orvieto, Attigliano, Orte e Magliano Sabina. Comodo e veloce il raccordo Autostradale Orte-Viterbo che si percorre in una ventina di minuti. Dal Gran Raccordo di Roma si dirigono a raggera, verso il viterbese, le consolari Aurelia, Cassia e Flaminia.

Nella stazione ferroviaria di Orte s’incrociano le direttrici per Viterbo, Firenze, Roma ed Ancona.


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